Alla Commissione Giustizia della Camera dei deputati è stata depositata una nuova proposta di legge che mira a rendere legale la coltivazione di cannabis a uso personale. La proposta punta quindi non a realizzare anche in Italia i coffee shop sul modello olandese e di alcuni stati americani, ma più semplicemente ad evitare che semplici consumatori possano rischiare il carcere, come avviene oggi, solo per aver coltivato alcune piante in casa per il proprio fabbisogno.
Nei giorni scorsi è stato approvato il testo base per la legge sull’autoproduzione di cannabis in Commissione Giustizia, un passaggio che dà via all’iter vero e proprio di questa legge che ora vede aprirsi la fase degli emendamenti, prima del necessario passaggio alla Camera e al Senato per l’approvazione definitiva.
Un percorso reso più complesso dal fatto che diversi esponenti della destra hanno già annunciato raffiche di emendamenti proprio per cercare di affossare la legge. Ma dal mondo antiproibizionista sono stufi di aspettare i tempi della politica, e così l’idea è stata quella di organizzare un referendum pe depenalizzare la coltivazione personale di cannabis.
Lo sottolinea Meglio Legale, campagna antiproibizionista in prima linea per la cannabis, spiegando ci sono solo 20 giorni di tempo, fino al 30 settembre, per raccogliere le 500mila firme necessarie. E’ già possibile firmare sul sito www.referendumcannabis.it grazie alla firma digitale, una possibilità unica per la pratica della democrazia diretta per via telematica.
La proposta di legge, secondo quanto spiegato dalla campagna di supporto “Meglio Legale”, prevede le seguenti modifiche alla legge:
- Per il reato di produzione detenzione e spaccio (art 73) verrebbe introdotta la fattispecie di lieve entità, per punire meno severamente i casi meno gravi;
- Sarebbe consentita la coltivazione di 4 piante per uso personale;
- Cadrebbe anche la sanzione amministrativa (art 75);
- Se a commettere il reato di spaccio è persona tossicodipendente non è punita con il carcere ma con i lavori socialmente utili;
- Le pene sarebbero aumentate nei casi di associazione a delinquere, nei casi in cui il reato sia commesso nei confronti dei minori, e nel caso di reato commesso da chi è in possesso di un’autorizzazione a produrre per fini medici e di ricerca.
Negli ultimi anni sono state numerose le proposte di legge per la legalizzazione della cannabis depositate in Parlamento e neppure mai approdate in aula per essere votate.
Ma questa volta trapela maggiore ottimismo. La scelta di produrre un testo che mira non alla legalizzazione vera e propria, ma ad una depenalizzazione della coltivazione punta a superare le resistenze di alcuni partiti del centro, mentre rimane scontata la contrarietà di Lega e Fratelli d’Italia.
La nuova legge sull’autoproduzione di cannabis presentata alla commissione di giustizia
Nel mese di luglio in Commissione Giustizia è stato presentato il testo base sulla coltivazione domestica di cannabis.
le proposte di legge sono 3: quella di Riccardo Magi (Più Europa/Radicali) che prevede la regolamentazione della coltivazione domestica e l’introduzione di pene di più lieve entità, quella di Riccardo Molinari (Lega), di segno opposto, che aumenta le pene per le ipotesi di lieve entità relative a produzione, spaccio e detenzione di stupefacenti, prevedendo l’arresto obbligatorio per chi sia colto in flagranza ed elimina la possibilità di scontare la pena con modalità alternative al carcere, e infine firmata da Caterina Licatini (M5S) che si basa sul pronunciamento del dicembre del 2019 delle Sezioni unite della Corte di cassazione che hanno stabilito come non costituisca reato la coltivazione domestica di uno scarso numero di piante di cannabis coltivate con metodi rudimentali.